Il Crotonese, 29 gennaio 2016
Dalla laurea alla Statale di Milano alla decisione di investire nella sua Torretta. La storia di uno dei tanti piccoli imprenditori che mette al centro, con buona volontà e disciplina, le risorse della natura.
Fare l’impresa in Calabria non è né utopia, né pubblicità ingannevole. Lo dimostra il gruppo dell’imprenditoria eretica di Massimiliano Capalbo e recentemente anche il geologo Francesco Gagliardi. Il ventiseienne di Crucoli Torretta ha sfidato il pregiudizio quasi generalizzato e il complesso d’inferiorità di tanti meridionali per scommettere sulle reali risorse del suo territorio. Dopo la laurea in Scienze della Terra alla Statale di Milano, Gagliardi è rientrato in Calabria e sta ottimizzando competenze e denaro nella produzione di vino, olio, avena e il costosissimo zafferano.
Quest’ultima coltivazione è una particolarità per il mercato locale, per la sua complessa lavorazione, necessita di una breve spiegazione. Il produttore torrettano racconta che la prima fase, quella dell’impianto, avviene a fine Agosto, quando “i bulbi vengono messi a dimora nel terreno”. Dopo, il bulbo comincia la sua “fase vegetativa” e con l’arrivo dei primi freddi inizia a gettare. Le foglie sono inizialmente “racchiuse da tuniche bianche che col passare dei giorni verranno perforate”. Fra Ottobre e Novembre, specifica lo stesso Gagliardi, “ha inizio la fioritura, che dura dalle tre alle cinque settimane, a seconda del clima e delle dimensioni del bulbo”. In questa fase, “la raccolta dei fiori deve avvenire il più velocemente possibile: il safranale e la picrocrocina, due importanti principi attivi dello zafferano, sono termolabili e fotosensibili, quindi il fiore va raccolto al mattino, prima che i raggi del sole possano aprirlo”. Completati questi momenti, conclude Gagliardi, “il fiore dello zafferano è un perigonio formato da sei petali di colore violetto intenso e dagli stimmi essiccati, si ricava la spezia dello zafferano, quello puro”.
Partendo dal terreno di famiglia e dall’ispirazione avuta dal lavoro di quattro laureati in Agraria, un altro piccolo imprenditore si sta pazientemente facendo conoscere. Nel primo anno il raccolto di zafferano, spiega Gagliardi, “per le quantità di bulbi piantati, il raccolto è stato molto buono: con 200 bulbi ho ricavato 313 fiori, che equivalgono a 1,56 grammi di zafferano puro, per intenderci 45 piatti di risotto allo zafferano”. La difficoltà di produzione di questa spezia è tale che anche un minimo quantitativo supplementare è un successo. Gagliardi, infatti, è soddisfatto per averne raccolto mezzo grammo in più rispetto a chi gli ha venduto i bulbi. Che su quantitativi più elevati fa differenza…
I suoi obiettivi dichiarati sono due: esportare oltre il Sud le gustosità prodotte e valorizzare i luoghi e le tradizioni che non possono più attendere la solita elemosina da parte dello Stato centrale. Ma il giovane torrettano si rifiuta di concentrare tutta l’attenzione su di sé: “per il 50% del tempo faccio il geologo e per l’altra metà il produttore, perché credo nelle potenzialità della mia terra e mi auguro che altra gente voglia investirci, frenando così l’imponente emigrazione di questi ultimi anni”.
di Francesco Cerminara